SALUTE E BENESSERE
NEW YORK
EVIDENZE
DOLCI FERITE
Mark Ferrantìmo
12 luglio 2019
Lo Zucchero (saccarosio) applicato sulle ferite, con o senza sostanze aggiuntive che ne facilitino la ritenzione e l'efficacia, ha da sempre dato grandi risultati terapeutici, solitamente migliori rispetto ai trattamenti alternativi. In uso da tempo immemore, anche nella versione miele, presso molti popoli, sta prendendosi ora il posto che merita anche negli ambulatori medici, negli ospedali, nelle cure domiciliari delle ferite di ogni tipologia. Efficace come non altro, sicuro, di semplice applicazione, estremamente economico, può contribuire a rifondare una nuova stagione in una Sanità al servizio esclusivo del Cittadino-paziente. Ha i requisiti per essere una delle soluzioni facili ed intelligenti in Sanità.
La promozione di un suo uso più estensivo nel trattamento delle ferite appare perciò più che mai ora un dovere anche morale e "deontologico" per le organizzazioni e le figure sanitarie chiamate alle scelte per la collettività.
I nizio degli anni ottanta. Con ancora in tasca il diploma di laurea appena conquistato, facoltà Medicina e Chirurgia,
il Giovane medico sedeva nella grande platea di congressisti. L'auditorio era teso all'ascolto dei maggiori esperti noti di terapia di ferite, piaghe e lesioni aperte. Un grande, nobile spettacolo della scienza applicata alle amorevoli cure delle sofferenze.
I relatori infatti non lesinavano suggerimenti per trattamenti altamente professionali, spesso innovativi o sofisticati, solitamente costosi o molto costosi.
Ma il giovane medico recava nell'altra tasca un oggetto prezioso che continuava ad assorbire buona parte della sua attenzione, nell'attesa trepidante che magari, come per incanto, tutti ne divenissero in qualche modo consapevoli.
Ma fu proprio ciò che non accadde.
Si era ormai a fine lavori. Le ultime domande del pubblico. Interlocuzioni a tratti sovratonali. Pacificazione da sfinimento. Ancora una domanda? Il giovane medico, forse inconsapevole o incurante del galoppo del suo cuore, appena un pò obnubilato da una leggera vertigine, in piedi davanti a tutti, potè dire: "ho qui in tasca l'articolo che molti di voi avranno letto, pubblicato sul bollettino che tutti riceviamo ogni mese dal nostro Ordine, che afferma: lo zucchero, si, proprio lo zucchero, è o appare essere la miglior cura per lesioni cutanee aperte".
Seguirono momenti di grande silenzio.
Poi, in piedi davanti a tutti, il Presidente della comunità dei relatori affermava: "l'abbiamo utilizzato nel nostro reparto, con buoni risultati". Poche, incise, testuali parole che chiusero i grandi lavori congressuali di una intera giornata. Evidentemente trascorsa a parlare forse inutilmente d'altro.
Non sono bastati i decenni successivi per abilitare ampiamente il trattamento allo zucchero (che nel prosieguo denomineremo con termine tecnico saccarosio) delle ferite, presso la comunità dei medici, salvo sporadiche incursioni di volenterosi e illuminati. Le motivazioni potranno forse essere meglio colte da psicologi e sociologhi piuttosto che medici o farmacisti.
Ma rifondando oggi l'anno zero della terapia al saccarosio delle ferite, possiamo vedere come essa poggi su alcune colonne scientifiche ormai consolidate:
l'epidemiologia, che affonda le sue radici nella storia delle esperienze di comunità e popoli.
Gli studi clinici, ampi e certificati, condotti anche presso ospedali di tutto il mondo.
La ricerca di base, svolta attraverso sistemi approntati per avere risposte su questioni specifiche dirette o attinenti.
La ricerca applicata.
lo studio dei sistemi complessi.
Si vedano in proposito anche i link suggeriti a lato e le bibliografie da loro citate, fra i quali riveste grande rilievo quello relativo allo studio di Knutson e colleghi, dai quali emergono conferme positive, secondo i criteri generali preferibili per la validazione delle scelte, all'uso medico del saccarosio sulle ferite. Esso si dimostra infatti estremamente efficace, sicuro, di semplice applicazione ed estremamente economico.
Si pensi soprattutto all'estrema efficacia terapeutica anche per lesioni molto difficili a trattarsi, con potenzialità salvavita esclusive rispetto a trattamenti alternativi. Ma anche ai vantaggi di un suo ampio uso presso comunità o popoli con basse disponibilità di risorse economiche o materiali, ancora troppo poco valorizzati.
"Certe tue ferite sono anche mie", pensava ora l'ex Giovane medico, anche in ragione di un suo leggero senso di colpa. Aggiungendo: "proviamo a curarle, ora, entrambi, insieme, con lo zucchero".