

LIBERI PENSATORI
ABITARE I MONDI
CRONACA DI UN ANIMALE IMPROBABILE
ABITARE I MONDI
G li oggetti e le forme realizzate dall'uomo, che adattano il suo vivere alla realtà del mondo, e viceversa, sono oggi più che mai le qualità che più appaiono (e di cui gli uomini più manifestano il bisogno), nel mondo che tutti vedono.
Per tale ragione il tema del Costruire, ad esempio l'Opera Architettonica, solletica l'interesse di molti verso la comprensione e il dominio delle sue leggi costitutive che si intuisce possano esservi, dietro un' apparente complessità. Magari strutturando la conoscenza specifica in Disciplina.
Il primo atto fondante di quella disciplina si può pensare essere stato il gesto dell'uomo preistorico di porre un sasso su cui sedersi, riposarsi e osservare il mondo, davanti alla propria caverna-rifugio, insieme a tronchi ed altro posti davanti al suo ingresso come barriera alle intrusioni,
La sostanziale persistenza nel tempo del senso di quei gesti, in forme diversificate e complesse, suggerisce una universalità antropologica e una stabile strutturazione nelle menti dei due concetti-esigenze alla base di quei comportamenti: l'allontanamento della sofferenza, con funzione di spinta alla difesa della propria integrità, e la gratificazione, con verosimile funzione mediata di rinforzo dell'esigenza difensivo/assertiva.
Sembra appropriato allora chiedersi in ragione di quali evidenze (e poi per quale beneficio) appare sensato cercare risposte alle nostre domande in primo luogo attraverso un salto nella struttura e nel programma della mente, al di là della banale ovvietà dell'operazione. Pur potendo apparire evasivo o inutilmente riduttivista, tale richiamo può mostrarsi un utile ancoraggio a un riferimento solido che vogliamo per ora stabilire come non discutibile.
L'ampia ricerca sulla strutturazione computazionale del cervello biologico, in mutuo scambio con gli studi sull'intelligenza artificiale, ha mostrato quale è realmente l'anatomo-biologia della funzione cognitiva della mente: una base ripetitiva di moduli funzionali, in numero di circa 300 milioni, ognuno dei quali costituita da circa 100 neuroni, disposti a costituire la neo-corteccia, organizzati per il riconoscimento di forme connesse e interagenti secondo una struttura gerarchica.
Possiamo descrivere quindi il funzionamento della mente come un sistema di raccolta di dati diversificati funzionanti come input che vanno ad identificate una singola Forma risultante, intesa in senso lato; forma a sua volta eletta ad elemento che insieme ad altre va a costruire una nuova matrice di dati/input idonei a generare un'altra forma, di livello gerarchico superiore; in una escalation di diversità e complessità crescenti capaci di realizzare un percorso che dalla semplice percezione sensoriale conduce alle più alte manifestazioni della mente.
Se allora l'evidenza pone alla base del costruire in forma architettonica l'esigenza dell'uomo di strutturare la difesa della sua integrità psico-fisica tramite anche l'accrescimento del suo benessere, magari allargata a comprendere i concetti già espressi nell'antichità da Vitruvio come Firmitas (solidita'), Utilitas (funzione, uso pratico) ,Venustas (gradevolezza, bellezza), possiamo tentare di coglierne il senso attualizzato, al fine di ricavarne indicazioni applicabili al progettare.
Può tornare utile a tale scopo un semplice esperimento virtuale, o mentale, come spesso si definisce il processo già posto in atto ad esempio da pensatori quali Einstein o Darwin nel loro specifico ambito, per favorire il percorso mentale di comprensione e soluzione di problemi:
Ipotizziamo che, in un qualche futuro, emerga una nuova generazione di ragazzi che acquistino tutti l'ultimo ritrovato, un abito nano-tecnologico integrale da indossare, offerto a basso costo: uno strato totipotente che si spalma a ricoprire ogni superficie del corpo in relazione col mondo esterno, occhi compresi, dalle mirabolanti proprietà metamorfiche che si manifestano in obbedienza ai loro desideri e in risposta ai loro bisogni. Non sarebbe più necessario per loro oscurare gli ambienti per favorire il sonno perchè lo strato che ricopre la cornea si opacizzerebbe al giusto grado; la regolazione della temperatura, dell'intensità dei suoni, degli odori, il sostegno plastico del corpo per ottenere e mantenere la posizione seduta, supina , sdraiati nell'erba, sono demandati alle efficienti prestazioni della macchina capace di eseguire gli ordini ancor prima o senza che essi vengano impartiti, sostituendosi efficacemente al mezzi convenzionali. Più nessuna necessità quindi ad esempio di finestre, muri, sedie, letti, case costruite per abitare (nei fumetti sono tuttora disponibili vari modelli!).
.E' molto probabile che nel corso di una-due generazioni si affermerebbe una vasta comunità di individui del tutto delocalizzati, non più vincolati alla dipendenza da funzioni protettive di ambienti ristretti e condizionati di tipo abitativo, finalmente in grado di cogliere la gratificante libertà di godere di tutti i dettagli del Mondo in sicurezza; e di proiettarsi meglio verso gli infiniti Mondi che popolano lo Spazio oltre il nostro Pianeta.
Tale scenario, che risponderebbe al meglio all'esigenza di assicurare l'allontanamento della sofferenza e favorire la gratificazione, evidentemente utopico, descrive però la linea di tendenza (colta alla sua estremità finale) per un processo già ampiamente in atto di crescita delle tecnologie applicate all'Uomo.
L'esperimento consente allora estrapolazioni utili e probabilmente condivisibili:
- la tendenza all'utopico è una propensione naturale della mente in quanto prodotta da essa stessa e meritevole quindi del rispetto dovuto alla natura.
- l'impossibilità è un concetto provvisorio; per cui appaiono legittime eventuali elaborazioni di soluzioni non lineari ai problemi, favorendo l'accettabilità, la realizzabilità, l'apprezzamento, e prospettando la necessità di nuove risposte.
-è già in atto e riconoscibile la tendenza a percorrere il tracciato utopico dell'esperimento anche nell'Opera architettonica.
- ci si può attendere una forte accelerazione di quel processo in architettura, che trarrebbe energia da settori confluenti o paralleli, dove si esprimono già più ampiamente quelle dinamiche.
- la sperimentazione in architettura si stà manifestando come un atto inevitabile e, anche nelle sue forme piuttosto estreme, necessaria alla Conoscienza in rapida evoluzione, perciò inscrivibile come concettualmente appropriata nella storia contemporanea del Costruire.
- le Nuove Generazioni, di solito portatrici di più nuovi vissuti e di diversificate visuali tendenti a divenire vie' più maggioritarie, saranno sempre più nuove e diverse, in ragione dell'accelerazione, probabilmente di tipo esponenziale, della disponibilità nella fase educazionale e successiva di Informazione; sarà quindi sempre più necessario rivolgersi a loro come target di un costruire condiviso di cui saranno in misura progressivamente maggiore loro stessi gli artefici.
- si può presumere quindi che le Forme in architettura saranno sempre più condizionate dall'accelerazione del processo descritto; saranno ad esempio in primo luogo progressivamente più svincolate dai limiti imposti dalla fisica, dalla chimica e dalla meccanica classica al costruire (con ricadute potenzialmente rivoluzionarie) e i caratteri che tenderanno ad assumere saranno quindi maggiormente esposte ai contributi dei determinanti gerarchici più elevati della mente.
E' pertanto verosimile che nel Nuovo Abitare potranno conseguirsi migliori risultati in termini di Sicurezza e Gratificazione, grazie a strumenti e soluzioni progressivamente più efficaci, sicure, semplici ed economiche (e forse più divertenti).
E' probabile che i più curiosi potranno, in un futuro gia' avviato, banchettare ad una tavola ancor più ricca di stimolanti visioni.




STARMAN SU TESLA RODSTER IN ORBITA OLTRE LA TERRA
(FOTO SPACEX)

COLLEGAMENTI
COLLEGAMENTI
ELOM MUSK
"Il primo passo è stabilire che qualcosa è possibile, allora la probabilità si verificherà".
